venerdì 31 luglio 2015

L'automazione del settore automobilistico

"Alcuni dei risultati più drammatici del re-engineering e dello spiazzamento tecnologico si stanno verificando nel settore automobilistico.

Come notato in precedenza, il post-fordismo sta rapidamente trasformando l'industria dell'automobile in tutto il mondo; allo stesso tempo, le ristrutturazioni post-fordiste provocano massicci licenziamenti di operai della catena di montaggio.

La fabbricazione di autoveicoli, che è la più grande attività industriale del mondo, produce più di 50 milioni di nuove automobili l'anno; Peter Drucker ha battezzato il settore automobilistico come «l'industria delle industrie»."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

giovedì 30 luglio 2015

L'inizio della rivoluzione industriale

Fin dall'inizio della rivoluzione industriale, le macchine e altre forme inanimate di energia sono state usate per far crescere la produzione e ridurre il fabbisogno di lavoro per la realizzazione dei prodotti.

Già negli anni Ottanta del XIX secolo, imprese come American Tobacco Company, Quaker Oats, Pillsbury, Diamond Match, Campbell Soup, Procter&Gamble, H.J. Heinz e Eastman Kodak iniziarono a sperimentare in produzione macchine a «processo continuo».

Tali macchine richiedevano la presenza di pochissima manodopera e realizzavano volumi enormi di beni più o meno automaticamente."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

mercoledì 29 luglio 2015

Il prezzo umano del progresso

"Le recenti innovazioni tecnologiche in agricoltura promettono miglioramenti della produttività e diminuzione del fabbisogno di lavoro a livelli non comparabili con quelli fatti registrare in qualsiasi altra rivoluzione tecnologica nella storia.

Il prezzo umano del progresso economico sarà probabilmente elevatissimo: centinaia di migliaia di agricoltori in tutto il mondo dovranno affrontare la prospettiva di una permanente eliminazione dal processo economico.

La loro marginalizzazione potrebbe condurre, nel corso del prossimo secolo, a rivolgimenti sociali su scala globale e alla riorganizzazione della vita sociale e politica lungo linee radicalmente nuove."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

martedì 28 luglio 2015

I sistemi informatici "esperti"

"Si stanno sviluppando sistemi esperti anche nel campo dell'allevamento animale.

La University of Minnesota ha elaborato un software per la diagnosi della mastite bovina (un'infezione della mammella): analizzando i dati relativi alle cellule somatiche DHI, il computer può fare valutazioni probabilistiche e definire le appropriate azioni profilattiche.

La stessa università ha anche sviluppato altri sistemi esperti per i bovini da latte, tra i quali uno per l'assistenza nella gestione del letame prodotto.

Altri sistemi sono in grado di assistere gli allevatori su quando procedere alla macellazione dei bovini da carne e sulla gestione di ovini e suini."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)


lunedì 27 luglio 2015

La rivoluzione meccanica, biologica e chimica

"La rivoluzione meccanica, biologica e chimica dell'agricoltura ha messo sulla strada milioni di lavoratori agricoli: tra il 1940 e il 1950 la manodopera impiegata nel settore agricolo è diminuita del 26% e nel decennio seguente ha acutizzato la tendenza negativa, diminuendo più del 35%.

Il declino è stato ancor più drastico negli anni Sessanta, quando il 40% della rimanente forza lavoro occupata in agricoltura è stata sostituita dalle macchine.

Allo stesso tempo, la produttività agricola è aumentata di più negli ultimi cento anni che in qualsiasi altro periodo, a partire dalla rivoluzione neolitica."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

venerdì 24 luglio 2015

Le nuove tecniche di coltivazione

"La meccanizzazione agricola è andata di pari passo con le nuove tecniche di coltivazione e di allevamento progettate per introdurre varietà e razze più uniformi e facili da manipolare meccanicamente.

Abbiamo già descritto la raccoglitrice meccanica di cotone: le prime si dimostrarono inefficaci poiché la palla di cotone giungeva a maturazione irregolarmente in un periodo che si estendeva per alcune settimane, rendendo difficoltoso il passaggio in campi solo parzialmente maturi.

Infine i botanici riuscirono a selezionare una varietà di cotone nella quale le infiorescenze crescevano più alte sulla pianta e giungevano a maturazione più rapidamente, rendendo per la prima volta applicabile con successo la raccolta meccanizzata."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)


giovedì 23 luglio 2015

Fine dell'agricoltura tradizionale

"Quasi la metà degli esseri umani presenti sul pianeta è dedita ad attività agricole.

Ora, comunque, i nuovi progressi della scienza e dell'informatica minacciano di porre fine all'agricoltura tradizionale entro la metà del prossimo secolo.

I cambiamenti tecnologici nella produzione di cibo lasciano intravedere un mondo senza agricoltori, con conseguenze imprevedibili per 2,4 miliardi di persone che trovano nella terra la propria fonte di sopravvivenza."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

mercoledì 22 luglio 2015

La fine degli agricoltori?

"La rivoluzione dell'alta tecnologia non viene normalmente associata all'agricoltura, eppure alcuni dei più impressionanti avanzamenti dell'automazione si stanno verificando proprio in questo settore.

Mentre l'attenzione del pubblico, negli ultimi tempi, si è concentrata sugli effetti dello spiazzamento tecnologico nel settore manifatturiero e nel terziario, una rivoluzione tecnologica della stessa portata sta cambiando la natura dell'agricoltura moderna e, nel farlo, solleva serie domande sul futuro del lavoro agricolo in tutti i Paesi del mondo."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

martedì 21 luglio 2015

Meno lavoratori nelle aziende

"Il re-engineering delle imprese è ancora in fasce e già la disoccupazione sta crescendo, il potere d'acquisto dei consumatori sta scemando e le economie nazionali non si sono ancora riprese dallo shock dell'appiattimento delle burocrazie delle grandi imprese.

Probabilmente tutti questi problemi si acutizzeranno nei prossimi anni quando le aziende, sottoposte a sempre maggiori pressioni dalla concorrenza globale, adotteranno tecnologie più sofisticate per aumentare la produttività e ridurre il ricorso alla risorsa lavoro.

La prospettiva di fattorie, fabbriche, uffici e negozi che producono, commercializzano e vendono beni avendo sempre meno lavoratori in carico non è più un sogno."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)




lunedì 20 luglio 2015

Ridurre il costo del lavoro

"Aziende di tutto il mondo stanno scoprendo infiniti nuovi modi di usare il re-engineering per comprimere i tempi e ridurre il costo del lavoro.

I computer forniscono le informazioni necessarie e l'assistenza per strutturare il coordinamento e il flusso delle attività nel processo economico, riducendo il bisogno di venditori, contabili, trasportatori, magazzinieri, spedizionieri e addetti alla fatturazione.

Le tecnologie informatiche e di telecomunicazione stanno rendendo eliminabili posti di lavoro a tutti i livelli della gerarchia aziendale, ma l'impatto particolarmente duro che hanno sul management intermedio ha sconvolto molti uomini d'impresa."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

venerdì 17 luglio 2015

Tagliare i costi, migliorare i profitti

"Le aziende di lunga tradizione, che avevano dormito sugli allori negli anni del boom, iniziarono a rendersi conto di doversi confrontare con circostanze completamente nuove.

Di fronte a una concorrenza internazionale sempre più agguerrita e a una crescente competizione interna in ogni settore, le imprese crearono nuove strade per tagliare i costi e migliorare le quote di mercato e i profitti; si rivolsero alle nuove tecnologie informatiche, sperando di riuscire a guadagnare rapidamente in produttività.

Negli anni Ottanta, le imprese americane hanno investito più di 100 miliardi di dollari in information technology."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

giovedì 16 luglio 2015

Una crisi economica mondiale

"La Terza rivoluzione industriale sta spingendo verso una crisi economica mondiale di proporzioni colossali, con milioni di persone che perdono il posto di lavoro e il livello di potere d'acquisto globale che crolla.

Come negli anni Venti, ci troviamo pericolosamente vicini a una grande depressione, eppure nessuno tra i leader mondiali sembra disponibile a considerare la possibilità che l'economia globale si stia inesorabilmente muovendo verso un mercato del lavoro in contrazione, con profonde conseguenze per la civiltà occidentale."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

mercoledì 15 luglio 2015

La dinamica dell'automazione

"I sindacati, pur avendo avuto ragione circa il fatto che l'automazione avrebbe provocato i danni maggiori alla forza lavoro meno qualificata, avevano grossolanamente sovrastimato la quantità di posti di lavoro ad alta specializzazione che le nuove tecnologie avrebbero richiesto.

Non riuscirono, in sostanza, ad afferrare la dinamica intrinseca alla rivoluzione dell'automazione: la determinazione maniacale del management delle imprese nel sostituire macchine e lavoratori quando, come e dove possibile e, per questa via, ridurre il costo del lavoro, aumentare il proprio grado di controllo sulla produzione e incrementare i margini di profitto."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

martedì 14 luglio 2015

Perdita del potere contrattuale

"Abbandonando la questione del controllo sulle tecnologie a favore della richiesta di riqualificazione, il sindacato perse gran parte del proprio effettivo potere contrattuale; se le istanze di controllo fossero rimaste prioritarie, il sindacato avrebbe potuto negoziare contratti collettivi che avrebbero assicurato ai lavoratori una partecipazione ai guadagni di produttività generati dall'automazione.

Accorciamenti dell'orario di lavoro e incrementi salariali avrebbero potuto essere legati agli aumenti di produttività."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)


lunedì 13 luglio 2015

Riconversione e addestramento

"Messo alle corde, il sindacato fece una drastica ritirata, spostando il fulcro delle contrattazioni collettive dall'istanza di un maggiore controllo sulla produzione e sui processi alla richiesta di riqualificazione dei lavoratori.

Alla vigilia della storica transizione dalla meccanizzazione all'automazione della produzione, il movimento sindacale prese la calcolata decisione di spingere per la riconversione e il riaddestramento, credendo che le nuove tecnologie informatiche avrebbero eliminato molti posti di lavoro non qualificati, aumentando nel contempo la domanda di lavoratori specializzati e di tecnici."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

venerdì 10 luglio 2015

La disoccupazione tecnologica

"Il padre della cibernetica, Norbert Weiner – che forse più di ogni altro essere umano era nella posizione di poter chiaramente percepire le conseguenze di lungo termine delle nuove tecnologie d'automazione – metteva in guardia contro il pericolo di una diffusa e permanente disoccupazione tecnologica scrivendo:

«Se questi cambiamenti nella domanda di lavoro ci si presenteranno in maniera casuale e disorganizzata, potremmo precipitare nella più tragica epoca di disoccupazione che ci sia mai stato dato vedere»."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

giovedì 9 luglio 2015

Le responsabilità dei sindacati

"La responsabilità del fallimento nel dare una risposta adeguata alla questione della disoccupazione tecnologica deve essere in parte attribuita ai sindacati.

Il movimento sindacale, rappresentante di milioni di lavoratori americani, indugiò eccessivamente sulla questione dell'automazione, solo per risolversi a uno scontro con il management, a detrimento degli interessi dei propri associati."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

mercoledì 8 luglio 2015

Una Lettera aperta

"Nel marzo 1963, un gruppo di eminenti scienziati, economisti e accademici guidati da J. Robert Oppenheimer, direttore dell'Istituto di studi avanzati presso la Princeton University, fece pubblicare sulle pagine del «New York Times» una lettera aperta al presidente, per metterlo in guardia circa i pericoli dell'automazione per il futuro dell'economia americana e per chiedere un confronto a livello ufficiale sul tema.

La Commissione sulla triplice rivoluzione – che ricavava il proprio nome dall'obiettivo che le era stato posto di analizzare i tre nuovi cambiamenti epocali che stavano avendo luogo nella società: la rivoluzione cibernetica, quella degli armamenti e quella dei diritti umani – sottolineò che le nuove tecnologie cibernetiche stavano mettendo in moto un cambiamento nel rapporto tra reddito e lavoro."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)


lunedì 6 luglio 2015

Segnali d'allarme

Mentre i capi del movimento per i diritti civili, già negli anni Sessanta, iniziarono a lanciare segnali d'allarme per le conseguenze dell'automazione sulla comunità afroamericana, altri ne individuarono le più ampie implicazioni per la società nel suo complesso.

Nei primi anni Sessanta emerse dunque un dibattito nazionale sui probabili effetti dell'automazione sull'economia e sull'occupazione, alimentato, in gran parte, dalla crescente perdita di posti di lavoro nella comunità nera."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

venerdì 3 luglio 2015

I leader dei diritti civili

"Bisogna sottolineare come non tutti i leader del movimento per i diritti civili siano riusciti a diagnosticare la vera natura del problema.

Molti leader storici delle organizzazioni nere più ortodosse continuavano a percepire il tema della condizione dei neri in termini strettamente politici ed erano convinti che la radice della crisi si trovasse nella discriminazione razziale e che le leggi contro la discriminazione fossero l'unico antidoto possibile.

Alcuni, comunque, interpretarono ciò che stava accadendo nell'economia come un segnale di cambiamenti più radicale nei rapporti tra bianchi e neri, con orribili conseguenze per il futuro dell'America."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

giovedì 2 luglio 2015

Il padre della cibernetica

"Più di quarant'anni fa, agli albori dell'era del computer, il padre della cibernetica, Norbert Weiner, metteva in guardia sulle probabili conseguenze negative delle nuove tecnologie dell'automazione:
«Ricordiamoci», disse, «che la macchina automatica è l'esatto equivalente economico del lavoro degli schiavi».

Non deve quindi sorprendere che il primo nucleo sociale a subire le devastanti conseguenze della cibernetica sia stata la comunità nera americana.

L'introduzione di macchine automatizzate ha reso possibile la sostituzione di milioni di afroamericani che avevano a lungo faticato alla base della piramide economica – prima come schiavi nelle piantagioni di cotone, poi come mezzadri e fittavoli, e infine come manodopera non qualificata nelle grandi fabbriche del Nord – con forme inanimate e meno costose di lavoro."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)


mercoledì 1 luglio 2015

Due gruppi economici

"La spinta dell'economia verso l'automazione e la riallocazione dei posti di lavoro nel comparto manifatturiero ha diviso la comunità nera in due gruppi economici separati e distinti.

Da un lato, milioni di lavoratori non qualificati e le loro famiglie sono entrati a far parte di quella che gli storici della società definiscono «sottoclasse»: la parte della popolazione permanentemente disoccupata, il cui lavoro non qualificato non è più richiesto e che sopravvive di generazione in generazione grazie alla pubblica assistenza.

Dall'altro, un gruppo più ristretto di professionisti neri appartenenti alla classe media, dipendenti della pubblica amministrazione e generalmente incaricati di gestire i programmi di assistenza alla nuova sottoclasse urbana."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)