mercoledì 27 gennaio 2016

I numeri della diseguaglianza crescono!

"Nonostante i leader mondiali abbiano dichiarato in più occasioni la necessità di contrastare la disuguaglianza, il divario tra i più ricchi e il resto del mondo è drammaticamente cresciuto negli ultimi 12 mesi. Le previsioni di Oxfam, secondo cui l’1% della popolazione mondiale avrebbe posseduto più del restante 99% entro il 2016, si sono confermate con un anno di anticipo.

L’Italia non è da meno: i dati sulla distribuzione nazionale di ricchezza del 2015 evidenziano come l’1% più ricco degli italiani sia in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta, una quota che in valori assoluti è pari a 39 volte la ricchezza del 20% più povero dei nostri connazionali.

Significativo osservare anche come l’incremento della ricchezza dal 2000 al 2015 non si sia distribuito equamente: oltre la metà è andata a beneficio del 10% più ricco degli italiani."

Vedi il Rapporto Oxfam "Un'economia per l'1%" - gennaio 2016
I numeri della disuguaglianza
• Circa metà della ricchezza è detenuta dall’1% della popolazione mondiale.
• Il reddito dell’1% dei più ricchi del mondo ammonta a 110.000 miliardi di dollari, 65 volte il totale della ricchezza della metà della popolazione più povera del mondo.
• Il reddito di 85 super ricchi equivale a quello di metà della popolazione mondiale.
• 7 persone su 10 vivono in paesi dove la disuguaglianza economica è aumentata negli ultimi 30 anni.
• L’1% dei più ricchi ha aumentato la propria quota di reddito in 24 su 26 dei paesi con dati analizzabili tra il 1980 e il 2012.
• Negli USA, l’1% dei più ricchi ha intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del 2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito.
- See more at: http://www.oxfamitalia.org/oxfam-news/la-grande-disuguaglianza#sthash.0RKzcjvV.dpuf
I numeri della disuguaglianza
• Circa metà della ricchezza è detenuta dall’1% della popolazione mondiale.
• Il reddito dell’1% dei più ricchi del mondo ammonta a 110.000 miliardi di dollari, 65 volte il totale della ricchezza della metà della popolazione più povera del mondo.
• Il reddito di 85 super ricchi equivale a quello di metà della popolazione mondiale.
• 7 persone su 10 vivono in paesi dove la disuguaglianza economica è aumentata negli ultimi 30 anni.
• L’1% dei più ricchi ha aumentato la propria quota di reddito in 24 su 26 dei paesi con dati analizzabili tra il 1980 e il 2012.
• Negli USA, l’1% dei più ricchi ha intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del 2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito.
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lunedì 21 settembre 2015

Il settore della gomma

"In un numero crescente di settori, le imprese sostituiscono la manodopera con le macchine, cambiando la natura stessa della produzione industriale.

Uno dei settori più pesantemente condizionati dal re-engineering e dalle nuove tecnologie informatiche è quello della gomma.

Kenney e Florida hanno raccontato le vicende dell'impianto Firestone Tyres di La Vergne, in Tennessee. Secondo un funzionario sindacale, le condizioni dell'impianto erano «talmente misere da rendere difficile credere che vi si potessero effettivamente produrre pneumatici»."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

venerdì 7 agosto 2015

La riduzione dei "colletti blu"

"La crescente automazione della produzione siderurgica ha fatto perdere il posto di lavoro a migliaia di «colletti blu».

Nel 1980 la United States Steel, la più grande azienda siderurgica integrata in America, occupava 120.000 addetti; nel 1990 produceva più o meno gli stessi volumi con una forza lavoro ridotta a 20.000 uomini.

Si prevede che questi numeri siano destinati a contrarsi ulteriormente nei prossimi dieci o vent'anni, con l'introduzione nel processo produttivo di attività ancora più informatizzate e automatizzate."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

giovedì 6 agosto 2015

I Mini-Impianti dell'acciaio

"L'occupazione nel settore siderurgico è stata condizionata negativamente anche dall'introduzione dei mini-impianti.

Questi stabilimenti, computerizzati e altamente automatizzati, utilizzano forni ad arco elettrico per convertire rottami d'acciaio in tondini, cavi e barre.

Più economici da gestire dei giganteschi impianti integrati, quelli tascabili producono oggi un terzo dell'acciaio americano."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

mercoledì 5 agosto 2015

L'industria dell'acciaio si adegua

"Le fortune dell'industria dell'acciaio sono talmente legate a quelle del settore automobilistico che non ci si deve sorprendere nel notare che gli stessi cambiamenti radicali nell'organizzazione e nel processo produttivo che stanno avendo luogo nel settore automobilistico siano in atto anche in quello siderurgico.

L'industria dell'acciaio è il cuore e l'anima del potere industriale.

In Inghilterra, Germania e Stati Uniti, i grandi impianti siderurgici hanno fornito l'infrastruttura materiale per la moderna economia industriale."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)

martedì 4 agosto 2015

Triplicare i profitti con l'automazione

"I costruttori di automobili considerano le tecnologie laborsaving come la carta migliore da giocare al tavolo del contenimento dei costi e del miglioramento  dei margini di redditività.

Nonostante il costo del lavoro pesi per meno del 10-15% sui costi totali, rappresenta una porzione dei ricavi superiore a quella dei profitti ed è facilmente riducibile grazie all'adozione di nuove tecnologie informatiche.

La International Labor Organization delle Nazioni Unite stima che, riducendo il costo del lavoro alla metà, le multinazionali dell'automobile potrebbero triplicare i profitti."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)




lunedì 3 agosto 2015

L'evoluzione della catena di montaggio

"L'evoluzione del concetto di catena di montaggio - elaborato da Ford - è rapido e continuo; oggi sono i giapponesi ad aprire la strada.

Gli esperti del settore prevedono che entro la fine del secolo le fabbriche controllate dalle imprese giapponesi saranno in grado di produrre un'automobile completa in meno di otto ore.

Compressioni dei tempi di produzione significa anche un minor fabbisogno di lavoratori lungo la linea di montaggio."

Cit. da "La fine del lavoro" di Jeremy Rifkin - 1995
(Nuova edizione Oscar Mondadori 2004)